Benvenuti a

Lama di Monchio


Eccellenze

La trifula (Il tartufo) Il tartufo è un fungo che vive sottoterra. Il marchio di tutela "Tartufo Valli Dolo e Dragone" è stato realizzato dalla Camera di Commercio di Modena in collaborazione con il GAL, la Comunità Montana dell'Appennino Modena Ovest ed i Comuni di Frassinoro, Montefiorino, Palagano e Prignano. Si trovano due tipi di tartufo, quello bianco e quello nero. In cucina le due specie vengono nettamente distinte secondo un principio essenziale: il tartufo nero va consumato in quantità, quello bianco è un aromatizzante, che trasmette ai cibi soprattutto un profumo e va quindi impiegato in dosi minime. I tartufi più pregiati si mangiano crudi, tagliati con il tagliatartufi al momento di servirli direttamente sulla vivanda pronta posta nel piatto. Da oltre 20 anni a Montefiorino in autunno si celebra la Mostra mercato del tartufo modenese https://tartufomodenese.com/ 

Punti di interesse


Oratorio di Santa Lucia

  • L'oratorio di Santa Lucia si trova al centro della frazione sulla via principale.
    Piccolissima costruzione in arenaria con copertura a capanna con tegole marsigliesi, recentemente restaurata dai residenti.


Io non credo che possa finire.
Ora che ho visto cos’è guerra, cos’è civile, so che tutti, se un giorno finisse, dovrebbero chiedersi: “E dei caduti cosa facciamo?, perché sono morti?” 
Io non saprei cosa rispondere. 
Non adesso almeno. 
Né mi pare che gli altri lo sappiano. Forse lo sanno unicamente i morti, e soltanto per loro la guerra è finita davvero. 

Cesare Pavese, La casa in collina 

A distanza di 80 anni, forse, possiamo leggere quei giorni, quelli della Repubblica di Montefiorino, diventati mitici nell’immaginario resistenziale, con occhi più distaccati, senza nulla togliere a quella esperienza fondamentale per la nascita della Repubblica Italiana. D’altra parte, dopo vent’anni di regime fascista che della retorica aveva fatto la sua arma più potente per mantenere il consenso e reprimere il dissenso, non era affatto scontato che in poche settimane tutto questo scomparisse come per incanto. Gli uomini e le donne della Resistenza, sia che fossero bersaglio della propaganda e sia che ne fossero conniventi, erano comunque imbevuti di una mentalità che produsse il suoi effetti anche dopo la Liberazione e come vediamo, ce la ritroviamo ancora oggi sotto diverse denominazioni ma con la stessa perversione ideologica, corrosiva delle basi della convivenza civile e solidale. E’ interessante come tutto questo fosse già presente nelle analisi di Gorrieri nel 1966, tanto che il suo libro può essere visto come un grande esercizio di antiretorica.

Girando a sinistra dopo un centinaio di metri sulla nostra destra un sentiero segnato sale in ripidissima pendenza e ci porta fin sotto la Rocca. Si passa accanto ad una edicola dedicata a S.Lucia e si segue via delle Spie, una via asfaltata ripidissima che sale fra le case fino ad arrivare nella piazza di Montefiorino, da cui saliamo ancora verso la Rocca che è la meta del nostro percorso.

In questo difficile contesto le formazioni partigiane si riorganizzano.
 Due furono gli appuntamenti in cui venne deciso il nuovo assetto: il convegno di Civago e gli accordi di Gova, due località dell'alto Appennino Reggiano.
Furono ridefiniti gli aspetti che nei mesi precedenti avevano messo in crisi il movimento partigiano, dagli approvvigionamenti al reclutamento.
Venne così costituito un CLNM della montagna, un tribunale partigiani ed una polizia, gli arruolamenti vennero gestiti in base a regole condivise.
Il processo non fu affatto lineare, tanto che, ad un certo punto, i democratici cristiani rivendicando la loro autonomia costituirono la Brigata Italia che operò nella zona sud fra Emilia e Toscana, in Garfagnana, mentre le altre brigate, Barbolini, Allegretti, Dolo, Dragone, Costrignano, Santa Giulia continuano ad operare nelle zone di quella che era la zona libera.
Siamo alla fine della guerra, gli Alleati arrivano da est a Bologna, i tedeschi e i repubblichini sono in fuga precipitosa e gli scontri si sono spostati in pianura.
La sera del 23 aprile su tutta la provincia di Modena sventola il tricolore e le popolazioni esultanti festeggiavano i partigiani e gli alleati.