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Castellarano

Eccellenze

Al most cot.
L’uva pigiata, il mosto, fermentando, trasforma gli zuccheri in alcool e abbiamo il vino. Se viene cotto, abbiamo il ‘mosto cotto’, l’ingrediente di base dell’Aceto Balsamico, che si ottiene con uva di Trebbiano (bianca e dolce) e di Lambrusco (rossa). La cottura lenta e prolungata, a una temperatura appena sotto l’ebollizione, fa venire a galla le impurità, tolte “schiumando” il mosto con ramine o colini. Il mosto cotto è pronto quando il liquido si è ristretto di circa la metà.
Dopo di chè viene messo nelle apposite botticelle di legno (ciliegio, castagno, rovere ..) in una sequenza da una più grande ad una più piccola (si chiama batteria e comprende dalle 5 alle 7 botticelle) per l’invecchiamento.

Punti di interesse


Mentre siamo sul letto del fiume, notiamo nei campi, fin sulle colline, i filari di vite. Non si tratta solo di vino, siamo infatti nella zona dell’Aceto Balsamico, la specialità modenese creata con un antichissimo procedimento oggi regolato da un disciplinare che ne fa una eccellenza gastronomica. Ma da dove si parte?  

“Ci sono strade che solo lui conosce e che gli altri ragazzi si struggerebbero di sapere: un posto, c’è, dove fanno il nido i ragni, e solo Pin lo sa ed è l’unico in tutta la vallata, forse in tutta la regione: mai nessun ragazzo ha saputo di ragni che facciano il nido, tranne Pin”

"Il sentiero dei nidi di ragno". 
Italo Calvino 

In questa seconda tappa il fiume diventa il protagonista e seguendolo ripercorriamo alcuni avvenimenti della Resistenza fra Magreta e Saltino.
 Nella suddivisione territoriale dei partigiani, la pedemontana, ossia Sassuolo, Formigine, Fiorano e Maranello, compreso il fiume Secchia, rientra nella VI zona.
Per i gruppi democristiani, il responsabile è Ercole, Alfonso Bucciarelli, magretese.
Il fiume non era la via principale dei partigiani fra pianura e montagna. Le staffette del gruppo magretese, due giovani ragazze, Nivarda Tosatti e Vittoria Bucciarelli, dovevano scegliere percorsi diversi per portare messaggi, documenti o per guidare spedizioni di partigiani o di materiali.
Da San Michele dei Mucchietti passava la diramazione sassolese dell’antica via Vandelli, il primo collegamento stradale fra Modena e Massa, dalla pianura padana al mare, che dal Palazzo Ducale di Sassuolo si inerpicava fino a Varana, da qui a arrivava a Serramazzoni e prima di Pavullo si congiungeva con il percorso principale proveniente da Modena.
Il collegamento fra pianura e montagna, specialmente da Magreta, probabilmente passava anche da questa via piuttosto che dal greto del fiume sicuramente meno sicuro. Inoltre da Magreta si raggiungeva Nirano, lungo il torrente Fossa e da qui si saliva verso MonteBaranzone, Campodolio-Varana, Passo di San Pellegrino e si scendeva nella valle del Rossenna per risalire verso Palagano o Polinago. Oppure da Sassuolo si saliva da Valle Urbana, Montegibbio e poi facendo la via di cui sopra.